Gli scavi di Tor dei Pagà
Tor dei Pagà |
Alla scoperta della leggendaria fortificazione sopra l’abitato di Vione
(Alta Valcamonica), a quota 2250 metri!
Tor dei Pagà è raggiungibile da Vione, ma più agevolmente da Canè, frazione di Vione, solo tramite una ripida mulattiera, parzialmente carrozzabile, attraverso un fitto lariceto.
Tor dei Pagà è raggiungibile da Vione, ma più agevolmente da Canè, frazione di Vione, solo tramite una ripida mulattiera, parzialmente carrozzabile, attraverso un fitto lariceto.
I resti murari denominati Tor dei Pagà,
da sempre visibili, e citati da fonti storiche seicentesche, attirarono negli anni Settanta l’attenzione
del prof. Mirabella Roberti e nel luglio del 1977
vennero parzialmente indagati.
Si trattata di costruzioni murarie di forma quadrangolare,
composte da murature legate con malta o a secco; tra queste anche un
grande recinto, sempre in muratura, dalla planimetria incerta.
Queste strutture
sono citate dalle fonti seicentesche come ultimo rifugio dei pagani oppositori
alla cristianizzazione portata da Carlo Magno, come indica anche la
toponomastica locale. Oltre a Tor dei Pagà, esiste infatti anche il Canalì
de la Tor e Plàsa de la Tor.
Nel corso del 2011, il Comune di Vione, ha quindi avviato una serie di ricerche
per conoscere la storia di questo luogo leggendario, per chiarirne le origini e
la funzione, e allo stesso tempo, pensando al futuro, per favorirne la
valorizzazione e la fruibilità a livello turistico, vista la sua posizione
lungo gli itinerari escursionistici provenienti dalla Val di Canè, da Vione e
da Vezza d'Oglio, e a poca distanza dal percorso di visita già attrezzato ai
resti storici della Grande Guerra, localizzati sulla vicina cima Rovaia.
L’iniziativa, promossa dal Comune di Vione (Bs) nell’ambito del progetto
“Vione archeologica”, con il contributo dalla Regione Lombardia, è realizzata in accordo con l’Università
Cattolica (prof. Marco Sannazaro, insegnamento di Archeologia Medievale, sede
di Brescia e Milano) e la concessione di scavo del Ministero dei Beni Culturali (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Bergamo e Brescia).
I partecipanti sono alloggiati in una struttura rifugio Case di Bles (2080 m), del CAI di Manerbio (BS). La campagna di scavo vede l'alternarsi di attività di cantiere, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi scientifici previsti, e di lezioni teoriche e pratiche propedeutiche all’apprendimento delle metodologie dell’indagine archeologica, quali ad esempio le tecniche fotografiche, il disegno tecnico dei reperti, l’uso della strumentazione utile al rilievo topografico. Durante la realizzazione delle indagini non mancano le visite: semplici turisti, curiosi, volontari apprendisti archeologi. Nonché le conferenze di approfondimento e di illustrazione della prima fase di realizzazione dell'attività di scavo.
I lavori di indagine sono raccontati, già a partire dalle prime campagne, in un blog di scavo, che vuole dar conto della vita di un cantiere archeologico tra i più insoliti.
I partecipanti sono alloggiati in una struttura rifugio Case di Bles (2080 m), del CAI di Manerbio (BS). La campagna di scavo vede l'alternarsi di attività di cantiere, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi scientifici previsti, e di lezioni teoriche e pratiche propedeutiche all’apprendimento delle metodologie dell’indagine archeologica, quali ad esempio le tecniche fotografiche, il disegno tecnico dei reperti, l’uso della strumentazione utile al rilievo topografico. Durante la realizzazione delle indagini non mancano le visite: semplici turisti, curiosi, volontari apprendisti archeologi. Nonché le conferenze di approfondimento e di illustrazione della prima fase di realizzazione dell'attività di scavo.
I lavori di indagine sono raccontati, già a partire dalle prime campagne, in un blog di scavo, che vuole dar conto della vita di un cantiere archeologico tra i più insoliti.
Seguiteci quindi nelle nostre ricerche!